lunedì 7 marzo 2011

Precario / vs.2


Maledetta pigrizia celata in uno sguardo
e in quei ricordi esposti nelle pieghe della memoria
come una piaga ardente. 
Rivedo il volto scuro di rabbia e d'impotenza
e la vergogna sotto i colpi all'ombra dei miei pugni 
e poi il silenzio e la paura
nell'insicuro sguardo che si rivolge dentro,
come la manica di una camicia riposta troppo in fretta
e senza cura alcuna.

Non c'è più il buio adesso,
ma solo tenerezza,
e nel silenzio urla la mia mano incerta
nel tracciar segni sul foglio bianco che li attende,
come il futuro si confonde nel presente così sottile,
le braccia stese lungo il corpo come rami secchi,
fili spezzati senza più corrente.

Affiorano alla mente le paure da un passato,
uno dei tanti, che giace lì nell'attimo presente, 
con occhi che non sanno più guardare
e annegano nel volto stanco e cieco.
In petto, come una porta chiusa,
il cuore sbatte forte
e sembra fuggire via ad ogni mio sospiro.

Le gambe che cominciano a scattare
tirando calci al vento,
mentendo ad ogni curva del destino,
sapendo che la fuga finirà li, in quel punto
da dove ebbe principio,
come in un cerchio chiuso, 
senza scampo.

Precario è il mio respiro e sfuma in questo gelo,
come si fa affannoso quand'è caldo.
Precario su quel tetto è il mio destino, 
lavoro, casa, la notte e il giorno,
li ho riposti in tasca, 
vecchio mazzo di chiavi 
che dorme e sogna di aprir porte
e non lo sa più fare al suo risveglio.

(markutzh / from my first blog Ethcha! - Everytime Heap Clouds Hail Anarchy)

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